Traduzione e conflitto: il fumetto americano nella politica editoriale della rivista “Linus”

Acknowledging the role of translation in circulating and resisting works that create the intellectual and moral environment for conflict (Baker), this paper aims to analyze the reception of American comics in Italy, focusing in particular on “Linus” magazine, which from 1965 on intends to give new cultural legitimacy to the genre, based on the interaction between words and pictures. In the eyes of the adult audience, an ideological statement unfolds in comics, and the translation of the written text, never separated from the visual code, offers a selective representation of it: translation implies a choice and, by virtue of its partiality, becomes a committed and partisan art (Tymoczko, Gentzler). The intellectuals gathered around “Linus”, such as Gandini, Carano, Vittorini, Del Buono and Eco, witness a reconceptualization of power and society. It is the age of the opposition to the Vietnam War, the challenge to expansionist ideologies, and the student protests. The analysis of the magazine’s cultural policy and of specific translation strategies will show how translation negotiates power relations: it can augment the ideology of the source text or be in conflict with it. Hence, “Linus” distances itself from Tales of the Green Beret (1967) on USA soldiers in Vietnam, despite publishing it, and practices censorship against Li’l Abner’s satire on Bob Kennedy (1968), revealing the importance of what is silenced, left out and omitted in the target text (Venuti).Nella consapevolezza del ruolo svolto dalla traduzione nella circolazione o nella resistenza a opere che creano l’ambiente morale e intellettuale per il conflitto [Baker], la finalità di questo articolo è l’analisi della ricezione del fumetto americano in Italia, con particolare riferimento alla rivista “Linus” che, dal 1965, si propone di dare nuova legittimazione al genere, fondato sull’interazione tra parola e immagine. Agli occhi del pubblico adulto si dispiega nel fumetto una dichiarazione ideologica, di cui la traduzione del testo scritto, mai avulsa dal codice visivo, offre un’immagine selettiva: la traduzione è scelta e, nella sua parzialità, diviene un’arte impegnata, partigiana (Tymoczko, Gentzler). Gli intellettuali raccolti intorno a “Linus”, da Gandini a Carano, da Vittorini a Eco e Del Buono, sono testimoni di una riconcettualizzazione della società e del potere. È l’età dell’opposizione alla guerra del Vietnam, della sfida all’espansionismo, della contestazione studentesca. Lo studio della politica culturale della rivista e delle singole strategie traduttive rivelerà che la traduzione ha funzione di negoziazione dei rapporti di potere: può dare risonanza all’ideologia del testo di partenza o porsi in conflitto con essa. Così “Linus” prende le distanze, pur pubblicandoli, dai Tales of the Green Beret (1967) sulle truppe americane in Vietnam o censura la satira di Li’l Abner su Bob Kennedy (1968), a indicare l’importanza di ciò che del testo è posto sotto silenzio, lasciato da parte, omesso (Venuti)